Il numero del Diavolo
La foto è dei primi anni del 1930, in bianco e nero, in formato ritratto.
A volte delle foto si sa l'autore altre volte no.
In questo caso si sa che non c'è un autore. È stata scattata in una cabina per fototessere. È un autoritratto.
Nello spazio angusto della cabina, in primo piano il manico della chitarra, acustica, e le dita lunghe magre che sopra di esse formano un accordo.
Appena dietro, in secondo piano, il viso del soggetto, capelli cortissimi, sigaretta che pende dalle labbra, gli occhi attenti, persi a guardare dritto nell'obiettivo.
Lui, il ragazzo nero, è un musicista, un chitarrista di blues.
Si chiama Robert Johnson e per molti è il più grande, è stato il più grande musicista blues mai esistito.
La leggenda, racconta, che Robert, alcolizzato, ubriacone, attaccabrighe, fece un patto col diavolo.
La sua anima in cambio della capacità di suonare la chitarra meglio di qualunque altro.
Il blues, la musica del diavolo. Chissà se Robert Johnson l'ha incontrato davvero.
Robert dopo la morte della moglie scompare, quando dopo un anno riappare, ha nel corpo e nelle dita un'enorme capacità di suonare la chitarra.
Le tracce che ci ha lasciato hanno influenzato, e non poco, tutta la musica che è seguita, sia per i blues man che per i signori del rock come i Rolling Stones, i Creme e i Led Zeppelin.
Muore il 16 agosto del 1938. Il diavolo si è ripreso la sua anima, aveva solo 27 anni.
Tenete a mente questo numero 27, perché è il numero di anni che il diavolo, o chi per lui, consente di vivere ai musicisti che hanno, forse, fatto un patto con lui.
Ce ne sono tantissimi.
Brian Jones, che iniziò anche lui come blues man e poi, letteralmente, creò i Rolling Stones, scegliendone il nome, reclutando Mick Jagger, Kate Richard, Bill Weymann. Insegnando a Jagger a suonare l'armonica. Condividendo con loro l'appartamento a Londra.
Poi Brian iniziò un percorso di droga ed alcol e morì col corpo compromesso nella piscina di casa sua. Aveva 27 anni.
Jim Morrison, cantautore, poeta e cantante maledetto, leader dei Doors gli dedico una poesia, anche lui morirà a 27 anni.
Come Ringo De Palma, batterista dei Liftiba, morto per overdose a 27 anni.
Kurt Cobain, chitarrista, fondatore di Nirvana, suicidatosi a 27 anni.
Janis Joplin, morta alla stessa età, anche lei per overdose di eroina.
L'elenco è lunghissimo.
Comprende Alan Wilson, cantante dei Canned Heat, Nicole Bogner dei Vision Atlantis, Pete Ham dei Balfinger, Ronald McKernan dei Greatful Dead, uno dei più importanti gruppi di rock psichedelico, Dave Alexander, bassista degli Stooges, uno dei gruppi che, insieme il Velvet Underground, hanno creato il Punk rock.
Tutti morti a 27 anni
18 settembre del 1970 muore Jimi Hendrix, il miglior chitarrista mai esistito.
Solo tre anni prima, al pop Festival di Monterey, aveva avuto la sua consacrazione estraendo dalla chitarra per 40 minuti ogni suono possibile, suonandola coi denti, con l'asta del microfono, contro gli amplificatori e alla fine cospargendola di alcol e bruciandola.
Solo un anno prima a Woodstock aveva interpretato l'inno americano devastandolo di sonorità ininmaginabili fino a trasformarlo nel suono dei bombardamenti in Vietnam.
18 settembre 1970 muore. Soffocato da un collasso provocato dall'ingestione di alcol e stupefacenti.
E anche in questo caso il diavolo, o chi per lui, gli ha concesso solo 27 anni.